Tutte quelle sedie (e divani e poltrone e tutto il resto) sono state troppo persino per due fissate come noi. Il Salone e il Fuori Salone ci erano entrati negli occhi attraverso i social media già prima di immergerci nell’avventura di #open4bloggers e allora ci siamo dette: limitiamoci, selezioniamo i posti, niente smania di documentare tutto che tanto lo fanno già gli altri – e non facciamo il censimento di ogni sedia intercettata.
Ecco quello che abbiamo trattenuto (Pull)
La sedia, una per tutte
Un occhio che tutto vede.
Ludica, elastica, colorata, grafica.
E’ una ragnatela, è il web.
Accoglie, si adatta alla forma e al peso. Apparentemente se ne ha il controllo.
Trattiene, gratifica, non è facile distaccarsene.
Se si entra con troppo impeto, essendo elastica espelle.
Il dovere di cronaca
Tutti fotografano tutto, tutti si fotografano. Condividere è più importante di guardare.
C’è chi rischia la vita, pur di.
I distratti se vedono qualcuno che riprende, riprendono. Non sanno cosa, non sanno perché, ma nel dubbio.
Un frullato
Design, installazioni, allestimenti.
Un po’ perché accumuliamo sedie da qualche anno, un po’ perché il Demone del Disincanto abita in noi e con l’età prende sempre più spazio, ci sentiamo sature e in alcuni casi acide. O forse era solo l’antistaminico che ci svagava, chi lo sa?
Quel che resta sono texture, colori e luci e un gran bisogno di spiattellarsi sul divano di casa con un esserino biondo pigiamato che attende la sua favola serale.
Installazioni involontarie
Le bambinate
C’è chi dice che architetti e designer siano bambini che continuano a giocare con pongo e lego, ma vengono presi sul serio. Quel che è certo è che il lato ludico del design i bambini lo colgono senza farsi invitare due volte. Memorabili i bimbi della delegazione giapponese alla Fabbrica del Vapore. Loro avranno un bel ricordo di Milano, Silvia e Camilla avranno un bel ricordo di loro.
La forza delle sedie fragili
Le nostre seggioline di carta hanno divertito i frequentatori di Open e sono persino state protagoniste di miniset fotografici. Allo stesso modo, il progetto Measachair è piaciuto ed ha innescato discorsi, curiosità, nuove conoscenze. Da parte nostra ci siamo sforzate di non parlare di eventi e hashtag, non abbiamo lovvato e laikato nessuno, abbiamo retwittato senza passione e sì, lo ammettiamo, forse qualche volta ci siamo definite “trasversali”. Ma è stato solo un attimo, poi ci siamo riprese.
Quel che più conta è che ci siamo rapportate con persone e non con Bloggers, con persone e non con Project Coordinators. Ci piace così.
Quel che più conta è che ci siamo rapportate con persone e non con Bloggers, con persone e non con Project Coordinators. Ci piace così.
Le finestre aperte (Push)
Open un po’ ci somiglia. per questo ci siamo trovate molto bene nello spazio coworking e, soprattutto, sedute a quel lungo tavolone di legno. Ora è il tempo di concentrarsi e intrecciare nuovi fili, le idee sono già partite.
Abbiamo tantissime immagini da smistare. Forse prima del Salone 2015 ce la faremo. Forse. Continua…
Sedie a go-go. Anche io ho qualche immagine delle vostre seggioline 🙂
manda manda!!!!!